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«Tra
incuria, asfalti troppo sottili e sampietrini posati alla “volemose bene”, le
buche stradali a Roma sono una vera piaga: la Città Eterna
continua a sprofondare» enfatizza Roberto Castigliani, oggi alla
guida della storica azienda Castigliani Gomme (CastiglianiGomme.it), creata
dal padre, che già nel 1967 fondò insieme al cugino Nello Castigliani la «Massimo Carburanti», diventata
poi «Pneucast Petroli».
A Roma la situazione è esponenzialmente più grave rispetto ad
altre città: 3 volte peggio rispetto a Napoli, 4 volte peggio rispetto a
Palermo. Ma è pur vero che in Italia le buche sono una piaga
nazionale, una questione che non solo compromette la sicurezza degli
automobilisti, ma incide anche pesantemente sulle casse pubbliche e private.
Come poter fare dei paragoni? Alcune città
italiane sono particolarmente note per la pessima condizione delle loro strade,
ma è molto complicato stabilire con precisione quante sono le
buche stradali, così il patron di CastiglianiGomme.it ha chiesto
all’International Center for Social Research (IRCS) di
costruire un apposito indicatore ed è così nato l’Indicatore di Pericolosità Stradale
(IPS).
Per calcolarlo, l’ICSR ha introdotto due nuovi indicatori: l’Indicatore
di Incidentalità Ponderata (IIP) e l’Indicatore di Manutenzione Stradale (IMS).
Il primo è definito come la somma del tasso
di incidentalità di ciascuno dei 9 anni precedenti all’anno di
riferimento, tenendo quindi conto —in base ai
dati ISTAT— del numero
di incidenti stradali rispetto al totale degli abitanti di ciascun territorio
preso in esame (valori per cento), più un correttivo di 2 punti
ogni 100 incidenti applicato sulle rilevazioni ISTAT per i grandi
comuni, moltiplicando poi il valore finale per una volta e mezza.
L’Indicatore di Manutenzione Stradale (IMS) è invece
definito come valore assoluto pari ad un terzo della spesa
pro capite per ciascun territorio preso in esame, secondo le risultanze
di OpenPolis basate sulla Banca Dati Amministrazioni Pubbliche (BDAP) e
di OpenCivitas/Sogei, portale di
accesso alle informazioni degli enti locali promosso dal Ministero
dell’Economia e delle Finanze.
Sommando i due valori si ottiene quindi l’Indicatore di Pericolosità Stradale
(IPS) che, nel caso di quest’anno
raggiunge il valore più alto a Roma (450,38) e quello più
basso a Taranto che registra 32,60 punti, pari al 7,24% del risultato
romano.
L’IPS 2025 è stato calcolato sulla base dei tassi rilevati
dall’ISTAT
nel periodo 2016-2024 (utilizzando per il 2024 le stime preliminari al 15
novembre 2024) ed un correttivo di 2 punti ogni 100
incidenti rilevati dall’Istat nei grandi comuni nella sua più recente elaborazione
(2024); ed in base alla spesa pro capite aggiornata da OpenPolis (Banca
Dati Amministrazioni Pubbliche) alla data più recente (17 marzo
2022), attingendo i dati per Napoli, Reggio Calabria e Salerno (mancanti) sul precedente rilievo al 15 marzo 2021 del portale OpenCivitas/Sogei e per gli
ambiti territoriali di Bolzano, Catania, Messina, Palermo e Siracusa alla media relativa ai comuni con oltre
100.000 abitanti riportata da OpenCivitas, rilevate
attraverso questionari inviati agli enti e integrate con i dati provenienti da
fonti ufficiali quali il Ministero dell’Interno, l’ISTAT, il MIUR e l’Agenzia del Territorio.
In merito alla spesa si è fatto riferimento alla «spesa storica», pari all’ammontare effettivamente
speso dai comuni in un anno ricalcolato con l’ausilio delle informazioni raccolte attraverso i
questionari.
Secondo l’analisi commissionata da CastiglianiGomme.it, i centri
urbani con il maggior numero di strade dissestate —con
un IPS superiore a 95—sono: 1)
Roma (450,38), 2)
Milano (323,73), 3) Genova (197,74), 4) Firenze (171,49), 5) Torino (165,18), 6)
Bologna (137,34), 7) Napoli (126,44), 8)
Bergamo (124,48), 9)
Venezia (117,98), 10)
Verona (113,17), 11) Bari (110,32), 12)
Palermo (106,42), 13) Catania (98,56) e 14)
Rimini (96,16).
«Ma
il problema delle buche non è esclusivo dell’Italia. Nel
Regno Unito, ad esempio, un rapporto del 2023 ha rilevato che negli ultimi 12
mesi i danni causati dalle buche hanno
costretto alle riparazioni 2,7 milioni di auto» puntualizzano
gli analisti che hanno condotto la ricerca commissionata da CastiglianiGomme.it.
Certo è che le buche stradali non solo mettono a rischio la
sicurezza, ma causano anche danni significativi ai veicoli, in
particolare agli pneumatici. «L’impatto
con una buca può provocare deformazioni o lacerazioni negli pneumatici,
compromettendo la tenuta di strada e
aumentando il rischio
di incidenti» spiega Roberto
Castigliani, considerato il gommista più esperto d’Italia.
Quando non sono radici sono buche e quando non sono le
buche sono le voragini. Per le buche a Roma muoiono 30
persone all’anno ed oltre ai risarcimenti agli
automobilisti, il tema è anche quello dei costi di manutenzione. Il Comune
di Roma spende
annualmente 405 milioni di euro e nonostante questi investimenti le strade
della Capitale continuano a presentare numerose criticità.
Secondo il più recente rapporto ISTAT (15 novembre 2024), in
un anno in Italia si registrano 166.525 incidenti stradali con
lesioni a persone, 224.634 feriti e 3.039 vittime: insomma i freddi numeri
della statistica ci consegnano oltre 8 morti
ogni giorno.
«Sebbene
certamente non tutti questi incidenti siano direttamente attribuibili alle
condizioni del manto stradale, le buche rappresentano
un fattore di rischio significativo per gli automobilisti ed
un costo
enorme per i comuni» mette in evidenza Roberto
Castigliani.
Vero è infatti che soltanto la Capitale spende un
milione all’anno per risarcire gli automobilisti che hanno
avuto danni alle auto a causa delle buche. A Milano, città grande appena come 3
municipi capitolini e con servizi di manutenzione migliori della media
italiana, Palazzo Marino impegna in media tra i 300 e i 400
mila euro all’anno. E sull’altro versante del Paese —a Napoli, dove l’asfalto non
è sempre nelle condizioni ottimali— si
sfiorano i 2 milioni di spesa.
«Ma
il record lo conquista Palermo, dove
appena 4 anni fa l’amministrazione dovette approvare
rapidamente un debito fuori bilancio da 7 miliardi di euro proprio
per risarcire i suoi automobilisti» raccontano gli esperti di CastiglianiGomme.it, che
offrono anche alcuni consigli pratici per affrontare al meglio questa
problematica:
1) Mantenere la giusta pressione. Pneumatici
correttamente gonfiati sono meno suscettibili ai danni da impatto.
2) Evitare manovre brusche. Sterzate
improvvise possono aumentare il rischio di danneggiare gli pneumatici quando si
colpisce una buca.
3) Effettuare controlli periodici. Ispezionare regolarmente gli pneumatici consente di individuare tempestivamente
eventuali segni di danno o usura anomala e correre ai ripari.
4) Ridurre la velocità. Una velocità moderata offre più tempo per reagire e riduce l’impatto in caso di collisione con una buca.